Un po’ rido e un po’ no…questa foto è la misura precisa del vortice del primo figlio…
Sono mamma da cinque giorni e quattro ore, ho le tette che mi scoppiano e ho già biberon e tiralatte in casa. Siamo – il papà di Richi e io – già angosciati all’idea che tra soli 3 mesi io debba tornare a lavorare e preoccupatissimi che nessuno oltre alle mie tette sia in grado di consolare e nutrire il nostro cucciolo.
Siamo giovani e forti, prendiamo il toro per le corna e affrontiamo la situazione: Richi si deve abituare al biberon e il mio seno deve riempire quei biberon, in modo che ‘sopravviva’ senza di me.
Io ho una fitta al petto, quel biberon glielo voglio dare io per prima, voglio poterlo guardare negli occhi e comunque dirgli che la mamma c’è, lo stesso, anche con il biberon. Ma non ce la faccio, verso la fine alzo gli occhi al cielo, chissà cosa mi è venuto in mente…
Adesso mi vedo in questa foto e mi faccio tenerezza da sola, Richi ora ha 16 anni ed è più alto di me. Ma quell’angoscia dentro, quella paura che non sopravviva senza di me, è ancora lì, è un senso di colpa che ancora mi porto dietro.
Adesso vorrei essere accanto alla me di allora e dirmi: andrà tutto bene. Davvero non c’era bisogno di quel biberon, di quell’ansia, di quella fretta. Davvero ce l’avresti fatta con un po’ più di calma e un po’ meno di meno tristezza se avessi pensato che insieme, tu e Richi, avreste trovato il vostro ritmo nonostante il lavoro, le assenze, il tempo con altri. Che per resistere uno senza l’altra avreste dovuto fare il pieno di voi quando eravate insieme. Che la tua voglia di tenerlo stretto e attaccato alla tua tetta non era una malattia da pervertita, ma un istinto che vi avrebbe fatto star bene, ma proprio bene. E fidati che non sei meno mamma di nessuno se adesso gli dai questo biberon.
Andrà tutto bene, comunque. <3
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